Sutri archeologica: la necropoli della via Cassia

Uno dei esempi più consistenti di tombe rupestri di età romana nell’ambito del territorio etrusco-falisco è la necropoli urbana di Sutri (VT). Essa si estende per circa 180 m lungo l’alto costone tufaceo che, anche anticamente doveva essere costeggiato dalla via Cassia.

Oggi sono visibili, più o meno agevolmente, circa 64 tombe scavate direttamente nella parete di tufo su diversi livelli: si riconoscono tombe ad una camera, tombe a doppia camera, tombe precedute da ingresso ad arco, nicchie rettangolari con o senza incasso per il cinerario, ed arcosoli.

Già nel primo medioevo le tombe furono saccheggiate del loro contenuto e, nell’arco dei secoli, il loro aspetto originario è stato più volte alterato, tanto che in alcuni casi la lettura degli esterni e degli interni può risultare piuttosto complessa. La parte di necropoli attualmente visibile inizia dalla tomba n.27 in quanto le prime tombe sono state per lo più trasformate in stalle o in ricoveri per gli attrezzi agricoli sin dai primi anni del nostro secolo.

Gli elementi architettonici e decorativi che caratterizzano la necropoli sutrina sono generalmente molto semplici e schematizzati e rientrano nel repertorio tipico dell’età romana. Infatti, i timpani e i piccoli frontoni che ornano la maggior parte degli esterni e degli interni delle tombe non presentano modanature particolarmente elaborate e, anche nel caso della tomba n. 64, l’unica che mostri una facciata monumentale, le decorazioni risultano prive di qualsiasi dettaglio architettonico più specifico. Quasi tutte le tombe, soprattutto quelle del tipo a camera, mostrano esternamente gli incassi per le lastre epigrafiche; nessuna epigrafe è stata rinvenuta in situ ed è forse è possibile ritenere che qualcuna delle iscrizioni funerarie conservate oggi presso il Palazzo Comunale di Sutri, provenga proprio dalla necropoli urbana, benché in nessuna di queste sia possibile trovare un riferimento preciso che consenta l’attribuzione ad una tomba specifica.

Caratteristica piuttosto particolare riscontrata nella necropoli è l’utilizzazione contemporanea nel rito funerario dell’inumazione e dell’incinerazione sia nelle tombe a camera che negli arcosoli e nelle nicchie. Si distinguono pertanto tombe a sola inumazione, tombe a sola incinerazione, nicchie con incassi per cinerari ed arcosoli per deposizione. Molto frequenti sono anche le tombe a rito misto, contenenti quindi non solo nicchie per i cinerari, ma anche le formae scavate nel pavimento per accogliere inumati, certamente dovute ad una riutilizzazione in epoca più tarda delle tombe stesse.

L’organizzazione della necropoli risulta corrispondente al rito funerario adottato: le tombe che si aprono in corrispondenza dell’attuale piano di calpestio sono prevalentemente a rito misto, originariamente ad incinerazione e poi riutilizzate per inumazione. Si deduce quindi che la necropoli fu utilizzata intensivamente nell’arco del tempo con una progressiva elevazione di livelli e con lo sfruttamento degli spazi di risulta tra tomba e tomba. Per quanto riguarda l’inquadramento cronologico della necropoli si dovrà tenere conto solo degli elementi fino ad ora esposti, mancando totalmente qualsiasi dato cronologico definito che consenta una datazione precisa per ogni tomba, pertanto è possibile ritenere che la necropoli urbana di Sutri sia stata in uso a partire dalla fine del I sec. a.C. con sepolpure a sola incinerazione, fino al III-IV sec. d.C., quando a queste si affiancarono prima le tombe ad inumazione e, successivamente, quelle a rito misto.

Bibliografia e sitografia:

F. Coarelli, Dintorni di Roma, Bari 1981

F. Coarelli, Lazio, Guide Archeologiche Laterza, Roma, 1982

C. Morselli, Sutri, Roma, Istituto poligrafico e Zecca dello Stato – Libreria dello Stato, 1991,

http://www.etruriameridionale.beniculturali.it/index.php?it/192/necropoli-urbana

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